Pubblichiamo l’intervento dell’Avv. Gaetano Viciconte, vice presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana.
.
Signora Presidente,
Signore Magistrate, Signori Magistrati,
porgo, con piacere, il saluto del Presidente, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze e quello mio personale in questa occasione che rappresenta sempre un momento di riflessione sull’importanza della giustizia amministrativa nel nostro sistema e sul suo ruolo cruciale a garanzia della legalità, della trasparenza e del buon funzionamento della pubblica amministrazione.
Nel nostro territorio il rapporto tra Avvocatura e Magistratura amministrativa si conferma positivo, nonostante l’assenza di una normativa che disciplini forme di coordinamento a livello territoriale tra Magistratura amministrativa e Avvocatura, a differenza da quanto previsto per la giurisdizione ordinaria, in cui nell’ambito dei Consigli Giudiziari gli avvocati hanno ricevuto il riconoscimento di un ruolo significativo, che viene svolto con impegno e spirito di collaborazione istituzionale.
In tale contesto, l’auspicio è che il legislatore intervenga quanto prima per prevedere forme istituzionali di partecipazione dell’Avvocatura anche negli organi di governo della Giustizia Amministrativa, con particolare riferimento proprio ai TAR, mediante la previsione di stabili forme di coordinamento. Naturalmente, manifesto la più ampia disponibilità dell’Avvocatura, anticipando l’evoluzione del diritto positivo, ad impegnarsi per individuare canoni di collaborazione nell’interesse generale della corretta amministrazione della giustizia.
Sul tema della digitalizzazione degli atti del processo non si può fare a meno di esprimere preoccupazione sulla ventilata introduzione dell’utilizzo obbligatorio di modelli digitali per la redazione degli atti processuali, alla stregua di quanto accade in alcune giurisdizioni sovranazionali. A tal proposito, si confida che, in ossequio alla nostra tradizione, laddove dovesse venire definito un modello di atto processuale a compilazione editabile, esso rimanga come ipotesi meramente facoltativa rispetto alla libera redazione dell’atto giudiziario.
Nella medesima prospettiva va affrontato il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella giustizia, su cui la relazione della Presidente si è opportunamente diffusa. È indubbio che l’impiego dell’IA possa portare benefici significativi nell’organizzazione e nell’efficientamento degli uffici giudiziari, così come nel supporto all’approfondimento e all’analisi degli atti.
Tuttavia, l’IA non dovrà mai oscurare il ruolo centrale del giudice come persona fisica. L’attività giurisdizionale è, e deve rimanere, un’attività umana, come sancito dai principi costituzionali relativi all’indipendenza del giudice. L‘Avvocatura anche a livello nazionale ha stigmatizzato senza mezzi termini l’impiego dell’intelligenza artificiale a supporto dell’attività decisoria, inclusa la redazione anche parziale di bozze di provvedimenti. Il rischio è la perdita del predominio della competenza del Giudice, a favore della competenza del sistema. Si confida che mai nessun Giudice, come d’altra parte nessun Avvocato, possa accettare di abdicare al proprio ruolo delegandolo ad un sistema di intelligenza artificiale.
Si è attualizzata in maniera preoccupante la questione dei limiti alla lunghezza degli atti difensivi e dell’incidenza delle norme conferenti sulla difesa, in ragione della recente modifica all’art. 13-ter, comma 2, dell’allegato al codice del processo amministrativo, prevista dalla Legge di Bilancio 2025.
L’innovazione legislativa ha subito mostrato rilevanti problemi applicativi. Tant’è che immediatamente la Terza Sezione del Consiglio di Stato, con l’ordinanza del 17 gennaio 2025, n.352, ha rimesso all’Adunanza Plenaria una serie di rilevanti questioni interpretative al riguardo.
La previsione di sanzioni quale contropartita alla pronuncia di inammissibilità del ricorso, in caso di superamento dei limiti dimensionali, in assenza di preventiva autorizzazione del Giudice, preoccupa enormemente l’Avvocatura, come già ha evidenziato il Presidente del CNF nel discorso tenuto in occasione della recente apertura dell’anno giudiziario al Consiglio di stato.
L’auspicio è che nell’applicazione della norma venga tenuto conto dell’effettiva portata della stessa, che esclude automatismi e prevede una proporzionalità della sanzione sulla base di una valutazione ponderata dell’entità dello sforamento, della difficoltà della questione anche sulla scorta della dimensione e della complessità dei documenti oggetto dell’impugnazione o delle sentenze gravate da ricorso. È fondamentale evitare che l’applicazione di queste sanzioni comprometta l’effettività del diritto di difesa, senza per questo voler svilire l’importanza innegabile del principio di sinteticità.
Del resto, la precedente formulazione della disposizione, oggi superata, non faceva menzione di ipotesi di inammissibilità, che invece sono state introdotte nella prassi giurisprudenziale da interpretazioni che non trovavano riscontro nel tenore letterale della norma.
Rimane necessario, comunque, anche dopo il mutamento normativo, che il Giudice valuti, di volta in volta e in concreto, se la violazione dei limiti costituisca un comportamento elusivo del principio di sinteticità o se, invece, il superamento dei limiti sia funzionale alla tutela della posizione processuale della parte.
Purtroppo, è sempre irrisolto il tema dei costi di accesso alla giustizia amministrativa, con contributi unificati che, in alcune materie, come quella dei contratti pubblici, si pongono oltre che come discutibili strumenti di deflazione del carico giudiziario anche in violazione dei principi della libera concorrenza.
I soggetti interessati non possono essere costretti a rinunciare alla tutela dei diritti a causa di oneri che non riescono a sopportare. L’eccessivo costo per l’accesso alla tutela giurisdizionale rischia di ridurre il controllo del giudice amministrativo, riservandolo a pochi, con effetti distorsivi anche sulla concorrenza tra imprese.
E’ superfluo ricordare che il contenzioso amministrativo è rivolto al controllo del corretto agire della P.A. o, sempre più spesso, dall’inerzia dell’amministrazione rispetto alle istanze di cittadini ed imprese. Casi di silenzio-rigetto, mancati riscontri a istanze di accesso, e giudizi di ottemperanza affollano i ruoli del Giudice amministrativo, come abbiamo ascoltato dalla relazione della Presidente.
In questo contesto, dunque, è fondamentale che tutti gli attori della giustizia continuino a favorire una cultura della buona amministrazione, già in fase procedimentale. E in tale prospettiva, risulta particolarmente importante assicurare sempre, in tutti gli ambiti, una tutela giurisdizionale piena, celere, specialmente in sede cautelare, a fronte di provvedimenti e comportamenti illegittimi dell’Amministrazione.
Infine, non posso non segnalare una questione particolarmente rilevante per l’Avvocatura: mi riferisco alla materia dell’equo compenso dei professionisti e il suo coordinamento con la disciplina in materia di contrattualistica pubblica, su cui, da ultimo, è intervenuto anche il correttivo al nuovo Codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 209/2024).
Alla luce del chiaro dettato della legge n. 49/2023, che non contempla eccezioni o regimi speciali per la pubblica amministrazione, l’equo compenso deve trovare piena applicazione anche nell’ambito della contrattualistica pubblica. Resta naturalmente facoltà del legislatore introdurre specifici regimi derogatori, come avvenuto di recente per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Tuttavia, tali deroghe, per la loro natura eccezionale, devono essere interpretate e applicate in modo rigorosamente limitato.
La Giustizia Amministrativa è sempre più chiamata a svolgere un ruolo chiave nella tutela degli interessi fondamentali e nella garanzia di giustizia. È quindi essenziale che continui a presidiare la legittimità dell’azione amministrativa. Gli Avvocati, come sempre, si impegneranno a sostenere questa azione, nella convinzione che un confronto costante e costruttivo con la Magistratura amministrativa sia sempre indispensabile nell’interesse dei propri assistiti e per il buon funzionamento del sistema giustizia.
Ringrazio ancora per l’invito e auguro un buon anno giudiziario.